Vigorelli torna a battere su Zannone e sull’addio al Parco del Circeo

L’ex sindaco di Ponza torna alla carica su Zannone. E lo fa dopo l’approvazione da parte della Regione Lazio del piano del Parco Nazionale del Circeo, strumento che detta nuove regole per la gestione dell’area protetta e sul quale Piero Vigorelli preannuncia che sta per presentare delle osservazioni. “Adesso vedremo se vogliono veramente uscire da Parco e riportare a casa Zannone”, afferma l’ex primo cittadino riferendosi all’attuale giunta di Francesco Ferraiuolo.

La battaglia su Zannone parte da lontano. L’isola venne data dai Borboni, il 1 maggio 1816, in enfiteusi perpetua alla comunità ponzese, con il diritto per i cittadini di esercitarvi gli usi civici. A tentare di appropriarsi del bene, dopo l’unità d’Italia, fu la monarchia. Il Comune di Ponza, però, fece causa e il 30 gennaio 1904 il Ministero delle finanze riconobbe i diritti vantati dai ponzesi e restituì loro la vicina isola, che fino al 1970 venne affittata dall’ente locale per la caccia. Nel marzo 1978 il consiglio comunale diede poi parere favorevole ad affittare Zannone al Ministero dell’agricoltura e al Cnr, per poi inglobarla, come avvenne l’anno successivo, nel Parco Nazionale del Circeo, fissando un canone d’affitto e stabilendo che la villa comunale, nota ai più come villa del marchese Casati Stampa, che l’aveva presa in locazione, dovesse essere tenuta in buono stato.

Nel 1980 venne fissato un canone d’affitto da 28 milioni di lire l’anno. I pagamenti sono però sempre arrivati a singhiozzo e il degrado è avanzato in fretta. Tanto che nel 1997 l’allora sindaco Antonio Balzano vietò l’accesso a Zannone e ordinò il rilascio degli immobili. Un tira e molla che non ha mai prodotto risultati. Ed è andata sempre peggio dal 2 dicembre 2014, quando il Corpo forestale dello Stato ha interrotto la vigilanza su Zannone.

L’estate scorsa Piero Vigorelli ha presentato così due denunce per danni ambientali alla Procura della Repubblica di Cassino e fatto aprire un’inchiesta. Poi il 13 marzo scorso il consiglio comunale ha deciso all’unanimità di annullare la delibera del 1978 con cui Zannone era stata data in affitto al Ministero, con l’obiettivo di uscire dal Parco e chiedere anche un risarcimento dei danni subiti all’ente che gestisce l’area protetta.

Vigorelli ha presentato ora un’interrogazione per sapere se l’attuale giunta proporrà delle osservazioni al piano del Parco. “Nessuno degli scarsi obiettivi da raggiungere per Zannone è sostenuto da risorse economiche – dichiara l’ex sindaco – posto che il bilancio del PNC è fondato al 95% sul contributo del Ministero dell’Ambiente (circa 1,2 milioni), che viene impiegato per oltre il 70% per le spese primarie di gestione e per assurdi contributi economici all’ex CFS per svolgere i compiti di vigilanza per i quali è già finanziato dallo Stato”.

“Abbiamo la netta sensazione – conclude Vigorelli – che la nuova amministrazione voglia lasciare le cose come stanno, non uscire dal Parco, non denunciare il Parco per la distruzione del patrimonio comunale, non riportare a casa Zannone. Sarebbe un vero scandalo e una vergogna”.

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Author: clemente pistilli

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