Vigorelli: “La Città della Cultura, una presa in giro”

Riceviamo dall’ex sindaco di Ponza, Piero Vigorelli, e pubblichiamo.

Quando, alcuni giorni fa, ho visto che il Comune di San Felice Circeo, insieme con Ponza e Ventotene, aveva vinto il bando di gara della Regione Lazio per la Città della Cultura, ho subito ritenuto che, finalmente, era nata una buona iniziativa. Complimenti alla Regione Lazio e ai tre Comuni vincenti. Tutto il progetto culturale si basa sulla rivisitazione del prestigioso passato dei tre Comuni, dalla preistoria con la grotta di Neanderthal al mito Ulisse, dai Romani ai Borboni. Per proiettarlo nel futuro.

Ho subito pensato che dietro questa iniziativa c’era sicuramente lo zampino intelligente di Silverio Lamonica, delegato per l’archeologia e il museo; quello del nostro poeta Antonio De Luca, grecista di chiara fama e quello del Prof. Vincenzo Ambrosino, grande stimolatore di dibattiti politico-culturali. Sono tre uomini di cultura, mi sono detto, che sicuramente avranno avuto il ruolo che meritano nell’ideare l’iniziativa. Ho immaginato anche un contributo fattivo della Pro Loco di Ponza, che in questi anni ha gestito le cisterne romane che abbiamo aperto al pubblico e che si è distinta in tante iniziative culturali ed enogastronomiche. Ho ancora sognato che questa sarebbe stata un’occasione per riproporre i due spettacoli teatrali del nostro Francesco Cordella, su Ulisse che sbarcava a Ponza dove incontrava la Maga Circe, che tanto successo avevano riscosso nelle estati ponzesi del 2015-16. E ci saranno anche – ho immaginato – mostre fotografiche sugli incantevoli luoghi dei tre Comuni… Quale migliore occasione per far conoscere, ad esempio, il libro fotografico “Isole d’Inverno” della nostra Federica Di Giovanni, o le foto-ritratto di Ponza che in questi ultimi anni hanno scattato Teresa Rotondo o Ivan Petaloso Aprea. Per non dire dei filmati “dronici”, veramente mozzafiato, dei nostri Rossano Di Loreto e Alex Tagliamonte. Vuoi scommettere, mi sono infine detto, che nell’iniziativa saranno coinvolti anche i bimbi delle scuole di Ponza, con i loro amorevoli disegni che ogni anno espongono con la sapiente guida di Polina Ambrosino? E magari, chissà, nel caso di eventi sportivi tesi a far scoprire, lato mare, le bellezze dei tre Comuni, sicuramente la Polisportiva Ponza farà la sua figura.

Ho invece scoperto che nessuno di loro era stato consultato e che non era stato neppure contattato. E allora, chi caspita ha messo in piedi questa iniziativa? E per fare che cosa? Ho quindi letto con attenzione le circa 40 pagine di illustrazione del progetto, scritto dall’arch. Luca Calselli e, per quanto riguarda il ruolo di Ponza (non entrerò nel merito delle proposte di San Felice Circeo e di Ventotene), mi sono cadute le braccia.

Si parte, a pag. 6, con una balla colossale. Questa: “A Ponza si stanno per mettere in sicurezza e riaprire le spiagge più belle”. Si cita Chiaia di Luna, quando tutti ormai sanno che il Comune di Ponza ha dirottato su Cala Fonte parte dei già esigui finanziamenti destinati dalla Regione per Chiaia. Con ciò ponendo una pietra tombale sulla riapertura della spiaggia.

Si prosegue, a pag. 7, decantando “lavori di manutenzione straordinaria dei locali della biblioteca comunale e dell’archivio storico”, e anche di “lavori di climatizzazione del museo”. Quando tutti sanno che a Ponza non c’è ancora una biblioteca comunale, perché da due anni il Comune si ostina a non aprirla, che il museo è solo una targa sul muro esterno e che l’archivio storico sta in un palazzetto a rischio crollo.

Si aggiunge, sempre a pag. 7, che si sta per rendere visitabile la Grotta del Serpente. Mentre nulla è stato fatto in questa direzione. Per non dire che l’attuale amministrazione ha chiuso per mesi le due cisterne romane, solo per una stupida ripicca.

Si fantastica infine su una nuova pavimentazione in pietra, prevista “dal prossimo autunno”, dei tratti di strada ora asfaltati del Porto Borbonico. E ciò sulla base del progetto della Prof.ssa Marcella Morlacchi, che fece un “piano del colore” di Ponza nel 2005 o forse anche prima.

Ma dopo le balle ecco che arriva la “ciccia”. Sempre a pag. 7 della relazione sul progetto, apprendiamo quanto segue: “L’amministrazione comunale, altresì, sta trattando l’acquisto di 5 case grotta, tipiche di Ponza, da trasformare in casa vacanza esclusive, in una logica di partenariato con la costituenda Rete (d’impresa) o con l’Associazione Custodi della Terra di Ponza”. Azz! Cinque case grotta che il Comune sta trattando per acquistarle e ristrutturarle a 5 stelle… E di chi saranno mai? Qual è il proprietario privato che beneficerà dell’acquisto? E dove? A Tre Venti, in area Faro, a Sottocampo o a Calacaparra? I ponzesi più scaltri avranno già individuato i nomi dei proprietari di quelle case grotte. E con quali soldi, quando il Comune è in pieno dissesto finanziario e, certamente, con gli spiccioli (26.000 euro) che il bando regionale assegna a Ponza si possono fare solo nozze con i fichi secchi? Inoltre, non è cosa lecita usare soldi pubblici per “ingrassare” un privato cittadino, per poi dare il gestione le grotte a 5 stelle a un’associazione privata.

Per rimanere nella rivisitazione del prestigioso passato, possiamo ricordare cosa diceva Medea, nell’opera di Seneca: “Cui prodest scelus, is fecit”. Tradotto in italiano: “Il delitto l’ha commesso colui al quale esso giova”. I beneficiari ponzesi dell’ambaradan del progetto “Città della Cultura – Mare di Circe” sono i seguenti: l’Associazione Custodi della Terra di Ponza, il cui dominus è Alessandro “Sandrone” Vitiello, il Centro Studi e Documentazione delle Isole Ponziane, guidato da Rosanna Conte, il Dott. Gennaro Di Fazio, con la “cara estinta” Comunità Arcipelago, l’Associazione Cala Felce (invece di Felci), di Monia Sciarra, il sito Ponza Racconta, nell’ufficio stampa dell’iniziativa, l’Associazione Attivamente Ponza, guidata da Sara Mazzella, “Settemari” di Tommasino Vitiello, che nel progetto viene dipinto come “memoria storica dell’Arcipelago”, l’immancabile Parco del Circeo, che riciccia quello che non ha mai fatto a Zannone (cartellonistica lungo i sentieri). Fate voi, se questi partner vi sembrano rappresentativi della complessa realtà socio-economica-culturale della nostra isola. A me sembrano i soliti noti che “se la cantano e se la suonano”. E’ un “cerchio magico” esclusivo di poche persone, legate da comuni interessi di bottega.

Se tutta la “pappa” è pronta a cosa serve la riunione del 9 gennaio? Serve per prendere in giro chi è stato escluso dal ”cerchio magico” che ha confezionato questa pastetta. E’ un invito postumo. Serve per dire alle altre associazioni, agli imprenditori alberghieri e turistici, e a tutti i ponzesi, che devono portare l’acqua con le orecchie, e soprattutto devono portare tanti soldi per questa iniziativa, dove possono essere solo ciechi strumenti di occhiuti disegni che il “cerchio magico” ha già predisposto, in tutti i dettagli.

Fra i primi ad accorgersene è stato il Dott. Biagio Vitiello, che ha commentato: “Se un progetto è stato già fatto da tempo e nessuno dei cittadini ponzesi ne era a conoscenza – mi chiedo – che senso ha l’invito ad una “attiva” partecipazione all’incontro del 9 gennaio?”. Imbarazzatissima la risposta di Rosanna Conte: “Ci sono fondi da investire… E’ chiaro che più sarà ampia e seria la partecipazione (alla riunione del 9 gennaio), maggiori sono le possibilità di ricevere finanziamenti”.

Chi paga tutto questo? Ora, per essere chiari, questo progetto “Città della Cultura – Mare di Circe” ha un costo previsto di ben 564.000 euro. La Regione finanzia il progetto con 100.000 euro (di cui circa 26.000 destinati a Ponza e molti di più a Ventotene e a San Felice Circeo). I tre Comuni devono finanziarlo con altri 160.500 euro. I possibili, ipotetici, partner privati devono assicurare il resto della somma, che è pari a 304.500 euro.

La riunione del 9 gennaio serve quindi per spillare denaro ai ponzesi. Quanto al programma delle iniziative, già confezionato e impacchettato con il fiocco rosso, a Ponza sono previste tre mostre, un giro dell’isola in canoa, la degustazione di prodotti tipici dei tre Comuni, le iniziative correlate alla Festa di San Silverio. Ah… Dimenticavo. Nel progetto delle varie iniziative architettate dall’arch. Luca Calselli, si citano il “Premio Ponza d’Autore” che non è mai esistito e il “Fullmoon Festival” dei “corti” del cinema che a Ponza non esiste più dal 2014. E’ la frittata finale.

NOTA BENE: l’arch. Luca Calselli sarà retribuito con 23.500 euro

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Author: redazione

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