Parco nazionale del Circeo: la radiografia della Corte dei Conti

Radiografia della Corte dei Conti alla gestione del Parco Nazionale del Circeo.

Per la prima volta i magistrati contabili hanno effettuato un’analisi globale di tutti i 23 Enti parco nazionali d’Italia, trasmettendo poi una relazione al Parlamento. Una verifica sulla gestione contabile relativa agli esercizi finanziari 2014, 2015 e 2016.

Per quanto riguarda il Circeo, la Corte dei Conti ha evidenziato luci e ombre, problemi analoghi a quelli di altri enti, con qualche buon risultato e tantissime difficoltà.

I giudici hanno specificato che nessuno dei tre strumenti di programmazione – il piano del Parco, il regolamento e il piano socio-economico – è in vigore, che sono al massimo in istruttoria e che dell’ultimo piano, quello finalizzato allo sviluppo del territorio, non è stata iniziata neppure la redazione.

Nella relazione vengono quindi indicate le spese per i vertici dell’ente: 26.972 euro l’anno per il presidente e 83.312 euro per il direttore.

Viene sottolineato che, tra un taglio e l’altro, delle 14 unità previste il Parco si è ritrovato a poter avere a disposizione soltanto nove lavoratori, spendendo per il personale oltre 300mila euro l’anno, il 33,4% delle uscite. Aumentate del 7,2% in un anno.

Tra le azioni importanti compiute dall’Ente viene invece ricordata la demolizione degli scheletri di Quarto Caldo.

Andando poi agli aspetti più strettamente contabili, i magistrati hanno puntato il dito sul “mancato rispetto per tutti gli esercizi del termine di legge del 30 aprile per la deliberazione dei conti consuntivi”.

Le entrate, nell’arco dei tre anni esaminati, sono diminuite, passando da 1,6 milioni di euro l’anno a 1,4 milioni di euro, mentre sono aumentate le uscite: da 1,1 milioni a 1,3 milioni di euro.

Viene così riproposto l’annoso problema di un Ente che non riesce ad avere reali entrate proprie: “Dipende quasi totalmente dai trasferimenti statali, che rappresentano in media oltre il 99% del totale delle entrate correnti. I trasferimenti degli enti territoriali risultano assenti o ininfluenti. Parimenti ininfluente risulta la capacità di autofinanziamento dell’Ente che nella fattispecie è invitato ad avviare iniziative che possano consentire uno sviluppo delle entrate proprie”.

Del resto le stesse sanzioni, nel 2016, sono state cento, per un totale di 3.630 euro, in un territorio in cui le violazioni non mancano.

I magistrati hanno poi specificato che l’avanzo di amministrazione, tra il 2014 e il 2016, è passato da 2,1 milioni a 3,1 milioni di euro. Un’altra piaga: il denaro che il Parco non riesce a investire.

In costante aumento infine il patrimonio netto dell’Ente, attestato sui 2,4 milioni di euro.

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Author: clemente pistilli

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