La seconda e più complessa battaglia legale è iniziata nelle 2012 quando l’uomo ha chiesto al tribunale di Roma di condannare il ministero della Salute per tutti i danni patiti a seguito delle gravi infezioni di epatite da emotrasfusioni. Infatti, ad integrazione dell’indennizzo che è una specie di pensione, l’uomo ha chiesto ed ottenuto, purtroppo dopo la sua morte avvenuta nel 2016, un ulteriore risarcimento integrale di tutti i danni. Non soltanto il danno creato dalla cirrosi epatica ma anche quello dettato dalla sindrome depressiva reattiva alla consapevolezza del contagio. Questa seconda ulteriore condanna del ministero della Salute a circa 400mila euro non è stata festeggiata dall’uomo che è deceduto qualche mese prima della sentenza. La terza battaglia – avanzata questa volta dagli eredi del povero carabiniere di Latina – è terminata con il pagamento di un emolumento di circa 78mila euro dovuto dalla speciale legge 210/1992 in favore degli eredi di chi a seguito di emotrasfusioni è deceduto. La quarta battaglia, iniziata recentemente nel 2018 dagli eredi dell’uomo con l’avvocato Renato Mattarelli ha contestato al Ministero della salute, non più e non soltanto i danni che il loro congiunto aveva patito in vita ma, anche il danno morale patito personalmente per l’uccisione e l’omicidio colposo del loro congiunto. Ma, quest’ultima volta il Ministero della Salute ci ha pensato bene a difendersi davanti al tribunale che ha imposto allo Stato di sottostare ad una transazione e quindi ad un accordo in corso di causa, con gli eredi dell’uomo di Latina deceduto. Il giudice ha infatti imposto alle parti in causa di risolvere bonariamente il giudizio al fine di evitare una evidente condanna del ministero della salute. Per questa ragione nella prima settimana di agosto è pervenuta all’avvocato Renato Mattarelli una proposta transattiva per la chiusura della causa con un pagamento a saldo e stralcio di circa 620mila euro in favore degli eredi. Questa volta la giustizia è davvero arrivata per ben quattro volte di seguito dovendo però, questa volta, fare i conti con la morte di una persona che non godrà mai di queste ingenti somme.
Carenza prolungata dei dispositivi per la ventilazione, ritardo nella tempestiva attuazione del lockdown nazionale del 9 marzo a distanza di 38 giorni dalla dichiarazione dell’emergenza sanitaria del 31 gennaio, consapevole ritardo nella dichiarazione dell’emergenza del 31 gennaio e omessa informazione alla popolazione dei rischi di immediato contagio: è stato proprio il Presidente del Consiglio ad affermare pubblicamente l’esistenza di un documento secretato redatto già in data 20 gennaio definito “…tanto allarmante da preferire di non divulgarlo per non spaventare i cittadini…” sostenendo che “…quel piano abbiamo seguito. La linea è stata non spaventare la popolazione e lavorare per contenere il contagio…”.Secondo indiscrezioni il documento contiene tre scenari per l’Italia, uno dei quali troppo drammatico per essere divulgato senza scatenare il panico tra i cittadini. Per questo il piano è stato secretato.
Lo scenario peggiore avrebbe previsto tra i 600 mila e gli 800 mila morti. Ma se in quelle 55 pagine conosciute dalla fine di gennaio si capiva che il rischio per il Paese era altissimo perché nessun provvedimento è stato preso fino al primo di marzo? L’”imprudente disposizione” del Ministero della Salute di far di ometter le autopsie sui deceduti da Covid-19 avrebbe impedito e ritardaro la scoperta della potenziale utilità dell’eparina per sconfiggere il Covid-19. Negligente decisione di sottoporre a test solo i sintomatici per poi scoprire che l’80% dei contagi proveniva proprio dagli asintomatici non testati.
L’articolo Latina / Sangue infetto, 620mila euro di risarcimento per la morte di un carabiniere sembra essere il primo su temporeale quotidiano.
originale su Temporeale ©
Author: Saverio Forte