Latina, il pentito Riccardo a ruota libera fa i nomi dei politici e parla dei contatti con il clan Di Silvio


Una vera e propria bomba per la politica in provincia di Latina.

Agostino Riccardo oggi nel corso della sua deposizione ha, infatti, fatto i nomi dei politici che sarebbero stati aiutati dal clan Di Silvio durante le elezioni comunali del 2016.

La sua deposizione rientra nell’ambito del processo Alba Pontina.

“Avevamo nelle nostre mani l’80 per cento della politica”.

Il collegamento con i rappresentanti di alcuni partiti locali sarebbe stato, secondo quanto dichiarato oggi, l’imprenditore nel settore rifiuti, Raffaele Del Prete, che avrebbe foraggiato la campagna elettorale di Matteo Adinolfi, oggi europarlamentare della Lega, e di Gina Cetrone di Terracina.

Per la campagna della Cetrone avrebbero preso, sempre secondo le dichiarazioni del pentito, 7mila euro in cambiali, in un’altra tranche da 5mila più 10mila in contanti. Le riunioni si sarebbero svolte anche nell’azienda della candidata.

Poi le dichiarazioni si sono spostate tirando in ballo Pasquale Maietta, di come sarebbe riuscito a diventare consigliere comunale proprio grazie al clan Di Silvio. A lui sarebbero stati girati mille voti. E di come l’ex deputato avrebbe, sempre nel 2016, “spostato i 500 voti della curva del Latina Calcio a Nicola Calandrini“, che era stato eletto consigliere comunale e oggi è senatore di Fratelli d’Italia.

Angelo Tripodi invece, ha spiegato rispondendo sempre alle domande dei due pubblici ministeri, Luigia Spinelli e Claudio De Lazzaro, sarebbe stato “lasciato ai Travali, che si occupavano di lui”.

Ha quindi continuato a delineare gli altri reati commessi dal clan, ha chiarito in un passaggio relativo all’estorsione nei confronti di Stefano Trotta, come ormai a Latina comandassero lui, Pugliese, Lallà e i figli e che la famiglia Travali non contava più nulla. Che le decisioni relative alle estorsioni e altro si prendevano spesso al tavolo del salotto di casa di Armando Di Silvio, e al tavolo erano seduti sempre loro più Arcieri.

Ha spiegato come Alessandro Zof, che avrebbe fatto riferimento ai Travali, avrebbe sparato non solo ai Guzzon, a San Felice Circeo, ma prima anche a un’altra persona e al titolare di una nota pizzeria del capoluogo.

Al momento,fatta eccezione per Maietta, nessun politico citato da Riccardo risulta essere indagato.

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