Izzo, il mostro del Circeo torna a macchiare la provincia di Latina


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Una serie tv sul massacro del Circeo. Una delle pagine più buie della storia dell’Italia e della provincia di Latina finirà sul piccolo schermo.

Una ferita ancora aperta per tutta la provincia di Latina e mai sanata.

E a fare da consulente ci sarà, niente di meno che, il mostro Angelo Izzo.

Il massacro del Circeo è ancora vivo nella nostra comunità.

Contro questo progetto le amministrazioni dovrebbero schierarsi per difendere il nostro territorio da una morbosità malata che non fa bene a nessuno.

Izzo è definito un mostro non a caso. Izzo è l’uomo che sta scontando due ergastoli e che nel 1975 con Gianni Guido e Andrea Ghira, aveva rapito, violentato e torturato due ragazze di 17 e 19 anni.

In quei giorni di settembre, dopo sevizie senza fine, Maria Rosaria Lopez perse i sensi ed i ragazzi la uccisero immergendole la testa nella vasca da bagno. Donatella Colasanti riuscì ad evitare la morte perché si finse morta ingannando i suoi torturatori.

Izzo si rese poi protagonista di altri terribili omicidi come quello che gli costò il secondo ergastolo dopo che, appena uscito dal carcere, nel 2005, lo portò ad uccidere la moglie e la figlia di un boss.

Non è anomala la scelta di rendere le crime story, come quella che si intende realizzare sul massacro del Circeo, il più realistiche possibili.

Fa paura il fatto che mostri, non uso per scelta altri termini, come lui possano assumere le luci della ribalta.

Possano essere conosciuti e, come spesso accade con figure oscure non solo dei nostri tempi, emulati.

Ai nostri ragazzi non possiamo trasmettere questi messaggi. Il branco guidato da Izzo è stato il simbolo di quella Roma bene, formata da ricchi rampolli, che in virtù della loro posizione sociale pensavano di poter fare qualsiasi cosa senza pagarne le conseguenze.

E’ il simbolo del disprezzo che si ha per la vita degli altri e di una spregiudicatezza che sfocia nell’orrore.

Izzo, che tra l’altro in questi anni ha dimostrato di essere alla ricerca di visibilità a tutti i costi, ringrazia certamente questa occasione.

Resta vivo, invece, il dolore della famiglia di Maria Rosaria Lopez che hanno perso giovanissima la propria figlia e quella di Donatella Colasanti che dopo i fatti del ’75 ha dovuto subire una pressione psicologica e mediatica senza precedenti.

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originale su LatinaQuotidiano.it©
Author: Francesco Miscioscia

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