Disastro Pontina: dalle buche alla voragine, la speranza si chiama Anas


Pontina colabrodo. Anche il 2018 è passato e di interventi di messa in sicurezza strutturali neanche l’ombra. Questo è stato invece l’anno dei disastri.

Come non ricordare le 60 macchine ferme con i pneumatici rotti per i crateri nascosti dalla pioggia, pozzanghere centrate una per una dalle auto che passavano, sullo stesso tratto di strada. È passato un anno, che si è fatto? Qualche colata di asfalto qua e là, e più nulla. E la scena si è ripetuta, in tratti diversi, in giorni diversi. Momenti che hanno messo a rischio la sicurezza degli automobilisti costretti al buio a scendere dalle auto e verificare lo stato dei pneumatici, sfidando la sorte con il terrore di essere travolti per cambiare una ruota.  

Pontina teatro di incidenti, quotidiani, anche mortali. Di nomi se ne potrebbero fare anche troppi, uno per tutti, l’ultimo, è quello di Thomas De Monaco, 20 anni spezzati nello scontro tra la sua Smart e un camion.

Certo, per gli incidenti non è tutta colpa della strada, ma anche della distrazione di chi guida. Ma non è un attenuante: l’asfalto che si sbriciola alla prima pioggia, i guard rail da risistemare, la segnaletica orizzontale sbiadita, quella verticale nascosta dalla vegetazione, rendono la strada un circuito troppo pericoloso per le migliaia di automobilisti che vi transitano tutti i giorni.

Ma il disastro senza precedenti si è compiuto il 25 novembre. Una domenica mattina, alle 6, delle auto passano nel tratto di San Vito, compreso tra Terracina e San Felice Circeo. Piove. E vengono giù 12 metri di strada. Si crea una voragine profonda 8 metri, dove rimane la macchina di Valter Donà. L’amico che era con lui riesce a risalire e mettersi in salvo. Ma Valter Donà no, non basta una scala e una corda, i soccorsi arrivano troppo tardi, e la piena dell’acqua del canale che ha scavato la strada lo trascina via, chissà dove. Perché del suo corpo ancora non c’è traccia. 

È l’emblema di un fallimento, di una politica che per inseguire un sogno chiamato Roma-Latina si è dimenticata della Pontina che c’è, e la lascia ogni giorno morire come le tante troppe persone vittime degli incidenti stradali e delle sciagure. 

Nelle scorse settimane la Regione Lazio ha annunciato interventi per 3 milioni di euro. Ad eseguirli sarà l’Anas, che prenderà in gestione la strada a partire proprio dal 1 gennaio 2019.

La speranza dei pendolari è che adesso si faccia sul serio e si proceda a mettere in sicurezza la strada in attesa che possa compiersi il sogno della Roma-Latina. Perché i sogni non bastano: quando si convive con la realtà, la necessità è quella di rendere vivibile e percorribile la strada che c’è.

 

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Author: Eleonora Spagnolo

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