Attentato al Parco, l’arrestato insiste: “Ho agito da solo”

Interrogato dal gip Giorgia Castriota, il 67enne Giovanni Scavazza, arrestato e messo in carcere con l’accusa di essere l’autore dell’attentato incendiario del 24 giugno scorso ai danni della sede del Parco Nazionale del Circeo, a Sabaudia, e della contestuale intimidazione nei confronti del comandante della locale stazione dei Carabinieri Forestali, Alessandro Rossi, ha confermato quanto aveva già dichiarato il 16 settembre scorso ai pm Valentina Giammaria e Antonio Sgarrella, sostenendo di aver agito da solo e che era sua intenzione solo creare spavento, senza voler realmente incendiare i locali dell’ente che gestisce l’area protetta.

Il pensionato ha parlato per circa un’ora e mezza, assistito dagli avvocati Giampiero Vellucci e Gaetano Marino, e sulla contestazione relativa al particolare che stava programmando di andare a vivere in Portogallo, ha specificato che non era una fuga, ma il desiderio di tutti quelli che hanno una pensione modesta e sanno che a Lisbona riescono a vivere meglio.

Per quanto riguarda poi le conversazioni intercettate dopo l’interrogatorio in Procura, in cui Scavazza tornava a scagliarsi contro il comandante Rossi, il 67enne ha affermato che erano frutto soltanto di risentimento nei confronti del sottufficiale e che non era sua intenzione passare poi a gesti pericolosi e concreti.

La difesa sta ora valutando se chiedere al gip i domiciliari o se fare direttamente ricorso al Tribunale del Riesame contro la misura cautelare disposta dal gip Castriota.

Per gli inquirenti Scavazza avrebbe però agito insieme ad altre persone, che sinora i carabinieri non sono riusciti a identificare, e con il concorso morale del figlio Nicolò, indagato a piede libero.

L’obiettivo dei due, sempre secondo l’accusa, sarebbe stato quello di bloccare i controlli dei carabinieri forestali nel lido Bounty Beach, gestito da Nicolò Scavazza e oggetto di sequestri per una serie di abusi compiuti.

Intercettato mentre parlava in auto con uno dei figli, l’arrestato ha detto: “Se bruciava tutto il palazzo era una cosa che andava sul New York Times”. E poi, per spiegare il suo gesto: “Quel figlio di puttana (riferendosi al comandante Rossi ndr) stava perseguendo mio figlio”.

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Author: clemente pistilli

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